N. 10 | Ho capito che con l'AI non sto più imparando, ma solo consumando informazioni
Conosciamo le risposte. Ma abbiamo dimenticato le domande?
L'altro giorno stavo preparando una presentazione sul futuro del lavoro. Come sempre, ho iniziato con il mio flusso ormai consolidato: prima Perplexity per raccogliere informazioni fresche e fonti credibili, poi ChatGPT per sistemare il tono e dare struttura al discorso, infine Gamma AI per trasformare tutto in slide che sembrassero uscite dallo studio di un designer professionista.
È un processo che ho perfezionato negli ultimi anni. Efficiente, veloce, professionale. In quaranta minuti avevo tutto pronto: dati aggiornati, statistiche sulla produttività, trend emergenti sull'automazione, grafici colorati che raccontavano storie convincenti. La presentazione era impeccabile.
Ma mentre riguardavo le slide per l'ultima volta prima dell'incontro, mi sono accorto di una cosa che mi ha gelato il sangue: non ricordavo niente di quello che avevo appena "scritto". Avevo informazioni, ma non avevo connessioni. Sapevo cosa dire, ma non sapevo perché lo stavo dicendo. Era come se avessi una mappa dettagliata di un posto in cui non ero mai stato.
Ho provato a fare un test con me stesso. Ho chiuso il laptop e ho cercato di riassumere mentalmente i punti chiave della presentazione. Niente. Riuscivo a ricordare che c'erano grafici interessanti, che le conclusioni sembravano solide, che il layout era accattivante. Ma i contenuti? Evaporati.
È come se l'AI mi avesse dato tutte le risposte, ma io avessi dimenticato di farmi le domande.
Il flusso perfetto che usa chi lavora con l’AI
Perplexity → ChatGPT → Gamma AI. Scommetto che lo usi anche tu, vero? È diventato il tris sacro dell'efficienza moderna, la catena di montaggio della conoscenza professionale:
Perplexity per avere informazioni fresche, aggiornate, con fonti verificabili
ChatGPT per sistemare il tono, strutturare il discorso, renderlo persuasivo e fluido
Gamma AI per trasformare tutto in presentazioni che fanno sembrare tutti degli esperti di design
È il McDonald's della conoscenza: veloce, conveniente, sempre uguale, sempre soddisfacente. E proprio come il McDonald's, dopo un po' ti rendi conto che stai nutrendo la tua fame immediata ma non stai davvero alimentando niente di sostanziale.
Il problema di questo flusso non è che non funziona. È che funziona troppo bene. Quando tutto è così fluido, quando ogni passaggio è ottimizzato per ridurre l'attrito cognitivo, quando la resistenza è azzerata... smetti di pensare. Diventi un operatore nella catena di montaggio della tua stessa conoscenza.
Perplexity ti consegna i fatti → ma tu non ti chiedi se sono davvero i fatti che ti servono
ChatGPT ti sistema il discorso → ma tu non elabori davvero il messaggio che vuoi trasmettere
Gamma ti crea le slide → ma tu non rifletti su come vuoi davvero comunicare con il tuo pubblico
È efficienza pura, ma è anche il modo più sicuro per trasformarsi in un megafono intelligente di contenuti che non hai mai davvero digerito.
La protesi cognitiva invisibile
Quel pomeriggio, mentre fissavo le mie slide perfette piene di informazioni che non ricordavo, ho avuto un momento di lucidità spaventosa. Mi sono reso conto che il problema non era l'intelligenza artificiale. Ero io che avevo smesso di usare la mia.
Stavo consumando conoscenza invece di costruirla. Prendevo il piatto già preparato invece di imparare a cucinare. E la cosa più inquietante è che questo processo era diventato così automatico, così naturale, che non me ne accorgevo nemmeno più.
È come guidare sempre con il GPS acceso. Arrivi sempre a destinazione, ma non impari mai la strada. Dopo anni di dipendenza dal navigatore, ti ritrovi completamente perso appena rimani senza connessione.
Ma cosa succede se invece di chiedere all'AI "dimmi tutto su X", le chiedessimo "aiutami a esplorare X"? Se invece di cercare risposte finite, cercassimo strumenti per fare domande migliori? Se invece di sostituire la nostra curiosità, la amplificassimo?
È ora di aprire la Cassetta e mostrare tre strumenti che non ti danno risposte preconfezionate, ma ti aiutano a costruire il tuo percorso di scoperta.
🔹 DOMANDA DEL MESE
"Stiamo imparando con l'AI o stiamo solo consumando quello che l'AI ha già imparato?"
Non è una domanda da filosofi. È urgente, pratica, e riguarda tutti noi. Perché oggi possiamo avere risposte immediate su qualsiasi cosa, ma stiamo perdendo la capacità di fare le domande giuste. Stiamo sostituendo la curiosità con la convenienza.
Ogni volta che usiamo il nostro flusso AI McDonald, stiamo scegliendo la strada più breve tra ignoranza e presentazione. Ma quella strada bypassa completamente il territorio più importante: il nostro cervello.
Ma quando usiamo l'AI per imparare, stiamo sviluppando il nostro pensiero critico... o lo stiamo atrofizzando?
Il paradosso è che questi strumenti ci fanno sentire più competenti che mai. In trenta minuti puoi sembrare un esperto di qualsiasi argomento. Hai dati aggiornati, un discorso strutturato, slide bellissime. Sei pronto per il palco.
Ma quando qualcuno nel pubblico ti fa una domanda che esce dal tuo script, ti ritrovi nudo. Perché hai le informazioni, ma non hai la comprensione. Conosci le conclusioni, ma non il processo che ci ha portato lì.
🔹 TOOL AI DEL MESE
Ecco tre strumenti che trasformano l'apprendimento da consumo passivo a esplorazione attiva. Non ti danno risposte finite: ti aiutano a costruire connessioni, fare domande migliori, e pensare insieme alla tecnologia.
1️⃣ Albus – Il tuo cervello visualizzato
📌 Cos'è: Una tela infinita dove ogni argomento diventa il centro di una rete di connessioni. Non ti dà una risposta lineare, ma ti aiuta a costruire mappe concettuali che crescono mentre esplori.
🛠 Come funziona: Parti da un tema centrale e l'AI ti suggerisce domande correlate che diventano nuove scatole sulla tua mappa. Puoi aggiungere immagini, cercare sul web, far generare contenuti. È come avere un brainstorming infinito con un partner che non si stanca mai.
💡 Quando usarlo: Perfetto quando non sai da dove iniziare con un argomento complesso, o quando vuoi vedere le connessioni nascoste tra concetti diversi. Ho testato "sostenibilità ambientale" e in 20 minuti avevo una mappa che collegava economia circolare, psicologia del consumo e innovazione tecnologica.
🎯 Il valore aggiunto: Non ti bombarda di informazioni. Ti costringe a scegliere cosa esplorare, ti fa ragionare sulle connessioni. È l'antidoto perfetto al consumo passivo di contenuti.
2️⃣ Consensus – Scienza alla portata di tutti
📌 Cos'è: Il motore di ricerca che risponde alle tue domande analizzando paper scientifici veri. Non opinioni di blogger o influencer: ricerca peer-reviewed tradotta in linguaggio umano.
🛠 Come funziona: Fai una domanda, e Consensus cerca tra milioni di studi scientifici per darti un riassunto basato su evidenze concrete. Poi puoi "chattare" con ogni singolo paper per approfondire.
💡 Quando usarlo: Ogni volta che vuoi andare oltre il "ho letto da qualche parte che...". Vuoi sapere se i probiotici funzionano davvero? Se lavorare da remoto aumenta la produttività? Se la meditazione ha effetti misurabili? Consensus ti dà risposte basate su dati, non su hype.
⚠️ L'aspetto critico: Ti espone alla complessità della scienza vera. Scopri che molte cose che diamo per scontate hanno evidenze limitate, e che la realtà è molto più sfumata delle certezze che troviamo sui social.
3️⃣ Heuristica – Imparare facendo
📌 Cos'è: Una piattaforma che trasforma qualsiasi argomento in un percorso di apprendimento attivo. Non solo mappe concettuali, ma quiz, flashcard, essay e tutto quello che serve per metabolizzare davvero la conoscenza.
🛠 Come funziona: Crei la tua mappa di esplorazione con template preimpostati (pro/contro, esempi, controversie), poi trasformi tutto in materiali di studio personalizzati. È come avere un tutor privato che adatta il metodo al tuo stile di apprendimento.
💡 Quando usarlo: Ideale per studenti, professionisti che devono aggiornarsi, o chiunque voglia davvero padroneggiare un argomento invece di limitarsi a "averlo sentito". Puoi partire da paper scientifici, articoli, o semplicemente da una curiosità.
🎯 Il punto di forza: Non si ferma alla comprensione. Ti fa praticare, ti testa, ti costringe a rielaborare attivamente. È la differenza tra guardare un video di cucina e imparare davvero a cucinare.
LA CRITICA ALLA CRITICA DELL'AI
🤔 L'illusione della competenza: sapere tutto senza capire niente
Mentre testavo questi strumenti, mi è successa una cosa che mi ha fatto riflettere. Con Consensus ho cercato studi sulla produttività del lavoro da remoto. In 10 minuti avevo una sintesi di 50 paper, grafici, statistiche, correlazioni. Mi sentivo un esperto.
Poi ho provato a spiegare quello che avevo "imparato" a un collega, e mi sono reso conto che non sapevo rispondere alle sue domande. Avevo dati, ma non avevo comprensione. Conoscevo le conclusioni, ma non il processo che ci aveva portato lì.
È il paradosso dell'apprendimento accelerato: più informazioni assorbiamo rapidamente, meno tempo diamo al cervello per elaborarle. Stiamo creando una generazione di "pseudo-esperti" che sanno tutto e non capiscono niente.
🎭 Il mito dell'apprendimento personalizzato
Questi strumenti promettono di adattarsi al nostro stile di apprendimento. Ma c'è un problema nascosto: chi decide qual è il nostro stile di apprendimento? L'AI ci analizza per pochi minuti e poi ci ingabbia in pattern predefiniti.
Forse il vero apprendimento non è trovare il metodo più comodo, ma essere sfidati da metodi che ci mettono a disagio. Se impari sempre nello stesso modo, sviluppi sempre gli stessi tipi di connessioni neurali.
L'AI dovrebbe costringerci a uscire dalla zona di comfort, non renderla più confortevole.
🌊 L'ansia da completamento: quando esplorare diventa compulsione
Con strumenti come Albus puoi esplorare all'infinito. Ogni risposta genera nuove domande, ogni connessione porta a nuovi rabbit hole. È stimolante, ma anche pericoloso.
Stiamo sostituendo l'ansia di non sapere abbastanza con l'ansia di non aver esplorato abbastanza. Non riusciamo più a dire "basta, ho capito abbastanza per ora". Viviamo nell'illusione che esista sempre un livello di comprensione più profondo da raggiungere.
Ma a volte la saggezza non è sapere di più. È sapere quando smettere di cercare.
💭 Forse il problema non è che l'AI ci dà troppe informazioni. È che noi abbiamo perso l'arte di dimenticare quello che non ci serve.
In un mondo dove tutto può essere esplorato, mappato, analizzato... quando impariamo a scegliere cosa merita davvero la nostra attenzione?
🧭 E ora?
Ho ripensato alla mia presentazione sul futuro del lavoro. Stavolta, invece di chiedere a ChatGPT "scrivimi una presentazione", ho usato Albus per esplorare le connessioni tra automazione, creatività e significato del lavoro. Ho usato Consensus per verificare le mie intuizioni con dati scientifici. Ho usato Heuristica per trasformare tutto in domande che sfidassero il mio pubblico.
Il risultato? Una presentazione che non sapevo dove sarebbe andata quando ho iniziato. Ma che sentivo davvero mia.
🎙️ E voi?
Quale di questi strumenti vi incuriosisce di più? Avete mai avuto la sensazione di "sapere tutto senza capire niente"?
Come distinguete tra informazione e conoscenza nella vostra routine di lavoro?
Come sempre, trovate tutto nella Cassetta degli AI-Trezzi su Notion.
🧠 Ci sentiamo presto. Forse con qualche domanda in più e qualche certezza in meno.
Valentino