N. 12 | Hai davvero bisogno di sapere chi ha scritto un contenuto?
Spoiler: non distingui una poesia umana da una AI. E questo ti dice tutto.
Un uomo allunga la mano per prendere una mela. Non sa perché. Lo scienziato che lo osserva sì.
La parola "mela" gli è balenata nell'emisfero destro, la parte del cervello che non può parlare. Il suo emisfero sinistro, quello che parla, non ha accesso a queste informazioni.
Ma quando gli viene chiesto perché abbia preso la mela, non risponde "Non lo so". Anzi, risponde con sicurezza: "Avevo fame".
Il cervello diviso. Quando non sa spiegare un'azione, non si blocca. Inventa. Non mente per malizia, ma per necessità. Perché aborrisce una lacuna nella sua narrazione.
E questo spiega tutto quello che sta succedendo con l'AI.
L'esperimento che nessuno vuole ammettere
17.000 persone. Poesie umane vs poesie AI. Risultato? Non riusciamo a distinguerle. Anzi, preferiamo quelle dell'AI.
Ma ecco la parte bella: quando gli dicono che le poesie che hanno apprezzato sono AI, cambiano completamente versione.
Prima: "Questa poesia è piena di emozione, solo gli umani sanno scrivere così." Dopo: "Ora che lo so, è chiaramente artificiale. Manca l'anima."
Stesso testo. Stesso cervello. Narrativa completamente ribaltata.
Non è stupidità. È neurologia pura.
Perché il tuo cervello ti sabota
Il cervello umano ha un imperativo supremo: preservare l'illusione di una realtà che ha senso. Sempre. In qualsiasi situazione.
Quando è costretto a sostenere due idee contrastanti - "Ho amato questa poesia" e "L'ha scritta una macchina" - qualcosa deve cedere.
E non cede mai l'ego. Cede sempre la realtà.
Così ti convinci di non aver mai veramente ammirato quella poesia. "No, in realtà è spazzatura."
Il problema non è l'AI. Il problema è che il nostro cervello è un politico, non uno scienziato.
Quello che succede ogni giorno (e non te ne accorgi)
Ogni volta che usi ChatGPT, Claude, o qualsiasi AI, il tuo cervello fa la stessa cosa:
Se sai che è AI: "Meh, si vede che è artificiale"
Se non lo sai: "Wow, che insight brillante"
E quando scopri che quel contenuto "brillante" era AI? Retromarcia istantanea.
Non è onestà intellettuale. È difesa dell'ego.
Non distingui più il contenuto umano da quello AI. E questo ti terrorizza perché mette in crisi l'idea che gli umani siano "speciali".
Il paradosso del valore percepito
Nelle mie consulenze vedo questo fenomeno ogni settimana:
Cliente: "Questo report è fantastico, come hai fatto?" Io: "Ho usato Claude per strutturarlo" Cliente: "Ah... beh, si vedeva che mancava qualcosa"
Stesso report. Stesso valore. Percezione completamente diversa.
Il contenuto non è cambiato. È cambiata solo la storia che ti racconti su di esso.
L'esperimento che stai vivendo ora
Mentre leggi questa newsletter, il tuo cervello, forse, sta facendo assunzioni su chi l'ha scritta e come.
Stai dando per scontato che sia "umana" perché ha il mio nome sopra. Ma cosa succederebbe se ti dicessi che l'ha scritta Claude?
Cambieresti idea su quello che hai appena letto? Ripenseresti ai passaggi che ti sono piaciuti?
Secondo me non ti dovrebbe importare. Ma importa. Perché il tuo cervello ha bisogno di una narrazione coerente, anche quando la realtà è più complessa.
La domanda che nessuno fa
Non è "L'AI scrive meglio degli umani?"
È "Perché ci importa così tanto chi ha scritto cosa?"
Se un contenuto ti è utile, ti fa riflettere, ti aiuta a risolvere un problema - che differenza fa se l'ha creato un cervello di carbonio o di silicio?
L'ossessione per l'autenticità è diventata il nuovo snobismo intellettuale.
Cosa significa per chi crea contenuti
Cosa sta accadendo da anni ormai:
I tuoi lettori non distinguono più il tuo lavoro da quello dell'AI (e questo è un dato di fatto, non un'opinione)
La qualità del contenuto non dipende dalla sua origine (ma tutti fanno finta di crederlo)
Il futuro è nella regia, non nell'artigianato (che ti piaccia o no)
La domanda non è più "Come faccio a scrivere meglio dell'AI?" ma "Come uso l'AI per amplificare la mia voce?"
🤔 La critica alla critica dell'autenticità
Lo ammetto, c'è una parte di me che si chiede se il valore di un contenuto dipende da chi l'ha creato e non da cosa dice, allora stiamo valutando l'arte o l'artista?
Forse il problema non è l'AI che "finge" di essere umana. Forse il problema è che abbiamo sempre sopravvalutato quanto fosse "umana" la creatività umana.
Quante delle tue idee migliori sono veramente originali? Quante sono ricombinazioni di cose che hai letto, sentito, vissuto?
L'AI fa la stessa cosa. Solo più velocemente.
🔹 ESPERIMENTO DEL MESE
Per una settimana, non dire a nessuno quando usi l'AI per creare contenuti. Poi osserva le reazioni quando riveli che hai usato l’intelligenza artificiale.
Scommetto che:
I contenuti AI + il tuo editing ricevono feedback positivi
Appena lo riveli, le persone cambiano opinione
Ti senti in colpa per non averlo detto subito
Questo esperimento ti dirà tutto su quanto sia irrazionale il nostro rapporto con l'AI.
🔹 TOOL AI DEL MESE
Nessun tool nuovo. Solo una riflessione:
Invece di cercare l'AI "più umana", cerca quella che ti fa fare il lavoro migliore. L'autenticità non sta nello strumento, sta in quello che ci fai.
🎯 E ora?
La prossima volta che leggi qualcosa di brillante, fermati prima di chiederti "Chi l'ha scritto?"
Chiediti invece: "Questo mi è utile? Mi fa riflettere? Mi aiuta?"
Se la risposta è sì, il resto è solo rumore.
Il futuro appartiene a chi smette di farsi seghe mentali sull'autenticità e inizia a creare cose utili. Con qualsiasi strumento.
🎙️ E voi?
Avete mai cambiato idea su un contenuto dopo aver scoperto che era AI?
Secondo voi, dove finisce l'umano e inizia l'artificiale?
Vi importa davvero chi ha scritto cosa, o è solo l'ego che parla?
Come sempre, trovate tutto nella Cassetta degli AI-Trezzi su Notion.
🧠 Ci sentiamo presto. Con meno pregiudizi e più onestà intellettuale.
Valentino
P.S. Questa newsletter l'ho scritta io. O forse no. O forse sì, ma con l'aiuto dell'AI. O forse è tutto AI tranne questa postilla. Il punto è: ti cambia qualcosa? Se sì, chiediti perché.
Mi è stato utile leggerlo!!! GRAZIE Valentino-AI 😉
Vero. E gli artigiani (come gli idraulici e i falegnami) costeranno sempre di più